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Vivere "宅": del restare a casa


In occasione del 春节 Chūnjié Capodanno Cinese che lo scorso 12 febbraio ha dato il benvenuto al 牛年 niú nián (anno del bue), il presidente cinese 习近平 Xi Jinping ha esortato la popolazione a muoversi il meno possibile. Il 春运 chūnyùn quindi, la complessa rete di spostamenti per le festività, quella che viene definita come "la più grande migrazione umana del pianeta", ha subito quest'anno un nuovo sostanzioso ridimensionamento (sebbene in lieve risalita rispetto allo scorso anno, con la Cina in piena crisi pandemica) rispetto al 2019. I metodi utilizzati dal governo per raggiungere lo scopo sono stati svariati: dall'incoraggiare le aziende a fornire ai propri dipendenti vitto e mini tour cittadini gratis alla possibilità di usufruire senza oneri, in alcune città, di siti culturali normalmente a pagamento, fino ad arrivare a sconti cospicui per check-up medici e veri e propri incentivi economici (ad Hangzhou una cifra intorno ai 1000Y). L'anno del 就地过年 jiùdì guònián (Trascorrere il capodanno in situ, senza muoversi) ha quindi assunto un valore culturale non indifferente e senza precedenti nella storia recente cinese (nella galleria in alto, alcune illustrazioni pubblicate dall'agenzia XinHua net volte a sponsorizzare questa pratica). Il 就地过年 come naturale conseguenza della pandemia ancora in corso permette di guardarsi indietro ad osservare come in Cina siano cambiate numerose abitudini e ne siano nate di nuove. Un tema ricorrente è quello del vivere casalingo, ovvero lo 宅生活 zhái shēnghuó, locuzione già esistente prima della crisi sanitaria ma con accezione ben diversa. Il gancio che mi ha fatto pensare a questo concetto come ormai profondamente radicato nel popolo cinese è stata una pubblicazione del sito web del 人民日报 rénmín rìbào in collaborazione con 科普中国 kēpǔ zhōngguó (Science Communication China). In breve, una lista di otto obiettivi per il nuovo anno che spaziano da banali consigli alimentari ad altri di carattere fisico. L'ultimo degli otto però recita questo:

MODIFICARE LO STILE DI VITA CASALINGO: chi è solito stare a casa per molto tempo può perdere la curiosità per l'ignoto, la sensibilità e la forza di pensiero della vita reale. Cambia lo stile di vita casalingo, vivi e interagisci con la società, crea più opportunità di contatto con il mondo esterno, pianifica attività e viaggi.


Un punto di vista nettamente oltre l'epidemia sia un punto di vista scientifico che ideologico, specie se lo si rapporta alle nostre latitudini. Qui, parole un tempo di uso comune come viaggio, escursione, pianificazione, contatto sociale sono momentaneamente uscite dal nostro vocabolario o divenute simbolo di un mondo sospeso e ancora inaccessibile. In Cina, al contrario, uno stile di vita ampiamente sponsorizzato nell'anno precedente viene ora "bollatto" come dannoso. Ma quando esattamente 宅 ha cominciato a riferirsi a un certo stile di vita? Ben prima della pandemia di Covid-19. Tutti conosciamo il termine giapponese Otaku che già a partire dalla fine degli anni 80 designava una sottocultura di appassionati di anime, manga e prodotti relativi. L'accezione, più in Giappone che in altre parti del mondo, portava con se anche la problematica legata all'isolamento sociale messo in atto dagli stessi. Il termine cinese per definire Otaku è dunque 御宅族 yùzháizú, qualcosa come "la tribù di quelli che governano (l)a casa".


Fonte: http://www.tc108.com/geng/77987.html

A questa accezione piuttosto negativa se ne è poi aggiunta un'altra a causa della crisi pandemica, andando a definire una condizione nuova, necessaria e di responsabilità: il "宅家" zhái jiā (casa) e la sua naturale conseguenza, il "宅经济"zhái jīngjì. Economia domestica non nel senso che conosciamo tutti quanto piuttosto una vera e propria nuova categoria di domanda e offerta legata al 宅, al vivere la quasi totalità del tempo tra le mura domestiche. Una ricerca di Xinhua net ha mostrato alcuni dati importanti a riguardo: all'inizio del 2021, le ricerche su 淘宝 Taobao di beni legati al Capodanno siano aumentati di ventitré volte rispetto all'anno precedente; il 14 febbraio, il volume totale delle transazioni di 美团 Meituan nella sola area di Shanghai è aumentato di 4,6 volte rispetto allo stesso giorno del 2020; dall'inizio dell'anno, le vendite dei supermercati Qixian con JD.com sono aumentate di quasi l'80%.

Alla luce di questo sorge spontaneo chiedersi come mai sia stato proprio un ente governativo a sponsorizzare l'uscita da quei nidi che tanto hanno contribuito alla diversa ma costante crescita dei consumi interni e giocato un ruolo primario nello sviluppo (per il 2021 si parla di 8 o 9%) dell'economia nazionale. Le ipotesi sono molte ma non è così lontano dalla realtà pensare che il processo legato al cambiamento dei consumi e alla nascita di nuove economie legate alla sfera domestica sia ormai inarrestabile e in continua crescita, inscalfibile da una gita al lago o da una giornata di trekking in più. Inoltre, la classica dimostrazione di forza del partito per mezzo del solito soft power passa anche da considerazioni pienamente post-pandemiche, volte a sottolineare in maniera indiretta che la sfida sanitaria è stata vinta egregiamente e che tutto è ormai dietro le spalle. Infine (azzardo) la lentissima ma costante crescita di sensibilità intorno ai disturbi psicologici e psichiatrici nella Repubblica Popolare potrebbe tradursi in quell'esortazione ad abbandonare, almeno per un po', quella gabbia dorata fatta di mura domestiche.

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