Inizia oggi Yin-yue 饮-乐 una nuova rubrica che mette insieme musica cinese e vini/birre di qualità. Insieme a Livio di Salvatore ogni settimana proporremo un album cinese e un drink abbinato provando a regalarvi un momento di relax puro. La parola, frutto di un geniale trick di Livio, mette insieme il carattere yin 饮 (bevanda) e yue 乐 (musica) giocando sull'assonanza con il termine yinyue音乐 (musica). Abbiamo scelto di partire forte, con un album dirompente e una birra morbida ma dall'animo deciso.
Gli Yugo 羽果 sono una band storica nel panorama indie/alternative cinese. Il primo nucleo si forma a Nanchang 南昌 (prov. Jiangxi 江西) nel 1997 (originariamente col nome di Crystal 晶体) in piena esplosione brit pop. Dopo alcune demo e molti cambi di formazione intorno al 2006 arriva la formazione definitiva, complice anche la scelta di Wan Mai e Xie Jun (rispettivamente chitarra e basso) di lasciare i propri lavori e dedicarsi alla band. L'anno dopo arriva il trasferimento definitivo nella grande Shanghai e il primo album 失乐园 (Paradise Lost) che qualcuno in maniera ermetica ma puntuale ha definito 浪漫的 "romantico". Con buona pace degli Schoolgirl Byebye, che tre anni fa chiamavano il loro (ottimo) lavoro proprio "No Romantics In China", la storia di Yugo è del tutto suggestiva e per certi versi specchio delle affascinanti contraddizioni della cultura cinese. Ad esempio il brano 父亲 (2009) è una struggente dichiarazione d'amore e di pietà filiale da parte di Xie Hui e Xie Jun (membri fondatori della band) al proprio padre, figura di stampo tradizionale poco contento della carriera musicale intrapresa dai figli dopo la laurea. Il contesto sociale in cui si forma la band è infatti quello della Cina profonda di fine anni Novanta scarsamente dotata di mezzi per fare, ascoltare e promuovere musica, in cui lo scontro tra giovani estremamente permeabili a ciò che veniva dalle grandi città (nello specifico fondamentale fu qui l'influenza, tra gli altri, dei Black Panther 黑豹 di Dou Wei 窦唯) e genitori conservatori ha spesso generato preziosi momenti artistici. La decisione nel proprio percorso porta i Crystal a lasciare una Nanchang in pieno fermento punk underground (nonostante i mezzi limitati si ricordano band come Pangu 盘古, Dark Room 暗室, Operating table 手术台) e rischiare tutto nella grande Shanghai. Esibizioni live quotidiane, pochi soldi in tasca, tanto lavoro: è questa la formula che in circa cinque anni porterà gli Yugo 羽果 alla consacrazione, dapprima con il già citato Paradise Lost e poi con Babel Tower 巴别塔 (2009). Per arrivare al disco consigliato di oggi però, in mezzo c'è una lunga pausa di riflessione che separa il 2014, anno di uscita di Sunset Strip 日落大道, il disco forse più inquieto degli Yugo (da menzionare la toccante Goodbye, mother 再见妈妈) e il 2020, annus horribilis mondiale ma fucina di ispirazione per molti.
È questo l'anno di Angry Horse 怒马, album che inizia con un ritmo furibondo zigzagando tra cavalli al galoppo e percussioni che ricordano quei lontani momenti felici di band come Coldplay o Bastille. La vera chicca però non si fa attendere: traccia due e, ancora circondati da percussioni tribali, siamo trasportati in una giostra coloratissima che fa svanire in un colpo tutte le nebbie del passato. Fiati, cori, archi, e refrain ossessivi in quella constatazione finale: "比悲伤更悲伤的是空欢喜一场 non esiste nulla di più triste di una gioia vuota" sono l'impasto con cui si plasma l'album l'album del ritorno degli Yugo 羽果 dopo ben sei anni d'attesa. In questo periodo di tempo la band ha avuto modo di riflettere su passato e futuro mettendo in relazione tempo e distacchi in maniera evolutiva e matura: "你们要多保重, 从此不能再相见 abbiate cura di voi, non vedetevi mai più" (告别, addio).
Un album come un cavallo lanciato al galoppo che suggerisce non solo la necessità di uscire allo scoperto e di rompere barriere ma anche qualcosa di livello più profondo; nello specifico il dialogo attualissimo sul significato di essere giovani ai giorni nostri e sulla possibilità di sentirsi ancora tali anche ad un'età avanzata.
Angry Horse è anche tanto altro ma crediamo che questa piccola introduzione sia stata sufficiente a farvi venire voglia di ascoltarlo, il resto lo lasciamo al play.
A questo album abbiamo pensato di abbinare una birra che fosse allo stesso tempo raffinata e vivace. Un morbido abbraccio alle papille gustative ma non senza freschezza e ed energia. Abbiamo cercato delle note floreali che potessero richiamare alla mente, in un susseguirsi di suggestioni, i prati su cui galoppano i cavalli di 驽马。
La scelta è ricaduta sulla Saison Cazeau, medaglia d’oro alla Brussells Beer Challenge 2013, della Brasserie de Cazeau a Templeuve, al confine tra Belgio e Francia. La storia di questa Brasserie tradizionale risale al 1753, quando l’eredità del padre conferisce a Nicolas Descamps un edificio da adibire a birrificio. Ma è il suo discendente Laurent Agache che porta l’azienda alla fama. La birra in questione è una Saison aromatizzata ai fiori di sambuco,
fiore utilizzato dai genitori di Laurent, durante la sua infanzia, per farne un liquore in corrispondenza dell’annuale fioritura. Si è voluto recuperare e accentuare proprio questo aspetto della birra Saison, tradizionalmente stagionale, prodotta prima dell’estate per dissetare i lavoratori agricoli durante i mesi più caldi. La Saison de Cazeau ha una stagionalità ancora più marcata: viene prodotta in quella breve decina di giorni in cui c’è la fioritura del sambuco.
Come le altre birre di questo stile belga, questa Saison dorata e lievemente velata ha una buona bollicina che la rende più dissetante, evidenti note speziate – come il pepe nero – e un finale moderatamente secco; tutti contributi del lievito specifico usato per produrre questo stile. Ciò che però caratterizza la Saison de Cazeau in particolare è un grado alcolico di 5°, più basso della media, che la rende ancora più beverina, e, soprattutto, l’ingrediente fondamentale, il fiore di sambuco, che fa sentire la sua presenza dai profumi fino al palato.
Il luppolo Sterling conferisce
alla birra sentori agrumati/citrici, che spaziano dal mandarino alla scorza di lime, oltre che un’interazione interessante con il fiore di sambuco.
Una birra leggera per placare la sete generata dagli incalzanti ritmi britpop, amara ma mai spigolosa; il profumo dei fiori di sambuco vuole richiamare le atmosfere rarefatte degli strumenti tradizionali cinesi degli Yugo. Infine, l’anima, la storia di questa birra parla di ricordi di casa, di una nostalgia mai acritica, bensì piena di volontà di fare qualcosa di nuovo e diverso rispetto ai propri genitori. Non è forse una nostalgia simile quella che infonde alcuni dei dolci brani cantati da Xie Jun 谢晖?
Cin cin!
Link ascolto album: https://open.spotify.com/album/6W3Sf8NPe3Ws0nBx2ybsZg?si=68KFHrTCRIu631ve_ufN1w&dl_branch=1
Birrificio: http://brasseriedecazeau.be/it/saison-cazeau/
Комментарии