Un anno si sta per chiudere, il secondo lontano dalla Cina che sembra un paese sempre più sfumato e scudato. In attesa di ritornare a sentire concerti in qualche locale di Hangzhou, Jilin o alla periferia dell’attuale blindata Xi’an, il mercato musicale va avanti e anche in questo ultimo mese dell’anno ha fornito spunti interessanti. Oltre al mare magnum del pop mainstream che negli ultimi 30/60 giorni ha fatto il bello e il cattivo tempo (fuori i nuovi 裘德Jude Chiu, 任家萱Selina, 黄绮珊Susan Huang, 许光汉Greg, 韦礼安 WIlliam Wei), anche il contesto indipendente ha saputo tenere il passo. Tra gli esordi assoluti segnalo i Today’s production che pubblicano il loro primo singolo The door of blue mountain per Maybe Mars: noise, psych e algide linee di basso si sintonizzano col freddo inverno pechinese e 沉默橙 L’arancia senza parole (il mio favorito del mese) che col suo primo EP South lake in sole tre tracce sperimenta contaminazioni tra soul, funky e space disco.
Anche a dicembre il Taiwan sound è ben rappresentato con il nuovo lavoro, ad appena un anno dal precedente, degli Shallow Levée che ci portano in 婚礼之途 Viaggio di nozze nel loro indie folk/jangle pop brevettato.
Tra i ritorni c’è quello inaspettato dei Vladimirs, band dalla biografia incerta di cui si ricorda l’album omonimo del 1997 in pieno stile dirty punk “draculiano” (si, dentro c’è un pezzo che si chiama Transylvanian dream), che sta mettendo fuori una serie di singoli muscolari e catastrofisti come New building that collapsed. Più atteso ma non meno interessante è il disco live dei Dirty Fingers 脏手指, i Gogol Bordello di Cina che rilasciano la versione live unplugged del loro ultimo album 多米力高威威维利星 Planet Dominico Vivavilli.
Infine vi consiglio di tenere d’occhio i canali della gloriosa etichetta 摇石 Rock records: per festeggiare i quarant’anni di attività stanno cimponendo una compilation diffusa in cui artisti del momento fanno cover di artisti storici della label. Qualche giorno fa è toccato ai meravigliosi Deca Joins che hanno riarrangiato 大雨 di 娃娃 Wawa, brano del 1991.
Ho raccolto questo ed altro in una playlist su Spotify:
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