Qualche giorno fa l'ottimo Sixth Tone ha pubblicato un articolo circa l'identità storica della città di Shanghai vista attraverso la lente delle produzioni televisive, passate dal realismo cinematico degli anni Novanta ad un'immagine falsamente lussureggiante e solo parzialmente rappresentativa negli ultimi anni. Nello specifico si parla di una serie TV (Sinful Debt 孽債) andata in onda nel 1995, recitata in dialetto shanghainese e ispirata al romanzo omonimo del 1992 di Ye Xin. La storia racconta del lungo viaggio di alcuni giovanissimi da Xinshuangbanna 西双版纳 nello Yunnan 云南 a Shanghai alla ricerca dei loro genitori "fuggiti" uno o due decenni prima nella metropoli. Il perché di questa fuga racchiude uno dei capitoli più duri delle politiche maoiste in Cina.
Durante il decennio della rivoluzione culturale (1966-1967) circa 17 milioni di giovani letterati cinesi di città furono trasferiti forzosamente nelle campagne a lavorare. L'idea del sending-down (promossa originariamente da Liu Shaoqi nei primi anni Sessanta) nasceva su una base puramente demografica e puntava ad una migliore distribuzione tra popolazione urbana e rurale. Mao invece, sull’onda del fervore rivoluzionario rielaborò tale politica a scopo rieducativo: i zhiqing 知青 giovani istruiti, imparando dai contadini avrebbero espresso a pieno il loro potenziale mettendolo poi al servizio della causa rivoluzionaria.
Costretti il più delle volte ad interrompere i propri studi per perseguire il 上山下乡 (su per le montagne e giù nei villaggi), i giovani di quella che è stata spesso definita una lost generation hanno spesso provato a fare ritorno nelle proprie città di origine riuscendoci solo in parte: infatti il sistema degli hukou 户口 (criterio ancora esistente e forse sul punto di essere modificato) permetteva loro di vivere e lavorare solo nella città designata. E' per questo che quando nel 1979 il governo concesse a tutti i zhiqing (ma non alle loro famiglie!) sparsi per il paese di tornare in città insieme al loro hukou, moltissimi lo fecero lasciando moglie e figli nei villaggi. E' questo il primo ritorno di una generazione che dopo una prima dolorosa separazione dalla famiglia di origine, dalle proprie abitudini e dai propri studi sceglieva di separarsi anche dalla sua nuova famiglia per cercare di colmare quel trauma.
A metà degli anni Novanta, una seconda apertura del governo estese la possibilità ad un figlio o figlia di seguire il padre nell'hukou di origine. Migliaia di teenager, vittime di una seconda crisi identitaria (la prima vissuta tramite i genitori) partivano così alla volta delle grandi città tra speranze e timori, compiendo un "ritorno" stavolta improprio e spesso deludente. Lo shock era tutto nel grande divario tra città e campagna, nella scarsità di mezzi economici e culturali e sovente nel rifiuto da parte di genitori che in città avevano costruito nuovi spazi, nuovi stili di vita e, soprattutto, nuove famiglie.
Di seguito trovate il video dei titoli di coda della serie Sinful Debt 孽債, il brano che li accompagna inizia con queste parole: 美丽的心双版纳,留不住我的爸爸,上海那么大, 有没有我的家. Bellissima Xinshuangbanna, mio padre se n'è andato, Shanghai è così grande, dov'è la mia casa?
La canzone, che racchiude perfettamente il sentimento di due generazioni a confronto, è cantata da Li Chunbo 李春波, definito a più riprese il portavoce dei zhiqing 知青 .
La narrazione di un evento storico così rappresentativo nella storia moderna cinese è, come sempre, duplice. Da una parte la natura geniale di una tale intuizione che avrebbe portato, in seno ad un contesto di socialismo con caratteristiche cinesi, la fusione tra la base del movimento rivoluzionario (campagne, contadini) e i giovani istruiti con lo scopo di creare una nuova classe "rieducata". Dall'altra il fallimento completo della rivoluzione culturale, il lavoro massacrante nelle campagne, il violento annullamento dei legami familiari preesistenti e un eterno e doloroso ritorno alla ricerca di un'identità strappata.
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